E’ un vero e proprio anno d’oro quello che sta per chiudersi per Italianway, che nel 2019 ha portato in tutta Italia, con il primo franchising del vacation rental lanciato a livello nazionale, il suo modello operativo ben strutturato e già sperimentato su Milano su cui è diventata rapidamente la prima azienda di property management.
L’azienda fondata alla fine del 2014 da Davide Scarantino, direttore commerciale, e guidata dall’ad Marco Celani ha gestito quest’anno un volume di prenotazioni senza precedenti, ben 26mila, vendendo 130mila notti (di cui 9mila fuori Milano ed in soli sette mesi, a partire da maggio 2019 quando sono andate on line sul portale di prenotazione diretta Italianway le prime destinazioni attivate in tutta Italia con il Progetto Partner) a 45.500 viaggiatori provenienti da ben 164 nazioni.
Si tratta di numeri che, con il boom del long stay registrato sulla città di Milano (+174%) consentono ad Italianway di chiudere il 2019 con un forecast di 15 milioni di turn over ad un tasso di crescita del +30,6% rispetto al 2018.
“Siamo una start up a forte vocazione tecnologica – commentano Scarantino e Celani – che va di pari passo alla crescita delle competenze del nostro Team che conta su 98 assunti a tempo indeterminato, giovani laureati al 77%, in maggioranza donne, e su circa 350 persone nell’indotto. Quest’anno abbiamo pagato 1,2milioni tra IVA e contributi, inviato 35.000 fatture elettroniche per conto dei proprietari a nome dei quali abbiamo versato 1 milione tra cedolare secca e tassa di soggiorno. Abbiamo investito fino ad oggi quasi 3 milioni in innovazione e stiamo progettando una crescita esponenziale sfidando grandi colossi stranieri con molti più mezzi di noi”.
L’identikit dei viaggiatori che usano Italianway
I viaggiatori Italianway provengono da ben 164 Paesi del mondo: gli italiani rappresentano il 42% degli ospiti (in calo del 9% rispetto al 2018 visto che le aperture in 40 località italiane oltre Milano hanno innescato un maggiore afflusso di viaggiatori per lo più stranieri).
A seguire, in ordine decrescente, Russi (6%), Francesi (4,54%), Americani (3,78%), Tedeschi (3,71%) e Britannici (3,35%) in netto calo, causa Brexit, rispetto all’anno precedente. In crescita Spagnoli (all’ottavo posto con il 2,37%) e Brasiliani al decimo con l’1,71%.
I viaggiatori del Kuwait sono quelli che spendono di più (3.500 € per prenotazione), seguiti dai neozelandesi che spendono in media 2.023 €. Gli italiani (che si spostano non soltanto per turismo, ma anche per trasferte sanitarie, oppure per questioni di studio o di lavoro) in media spendono 317 € per soggiorno ponendosi al centesimo posto rispetto alla spesa media per nazionalità che è globalmente di 531 € per prenotazione.
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