Secondo l’annuale Allianz Risk Barometer, i rischi più temuti dalle imprese operanti nel settore edilizia e real estate sono, in ordine di classifica:
• le catastrofi naturali,
• l’interruzione dell’attività (compresa la supply chain),
• l’incendio e le esplosioni,
• i rischi informatici e
• il cambiamento dei mercati, quest’ultimo inteso come volatilità, aumento della competizione/arrivo di nuovi operatori, fusioni e acquisizioni, stagnazione e fluttuazione del mercato.
Pubblicato da Allianz Global Corporate & Specialty (Agcs) il Barometer per il 2020 si è basato sull’analisi di oltre 2.700 esperti di rischio da oltre 100 Paesi diversi e ha quest’anno ha evidenziato un rischio aziendale comune percepito a livello globale: quello informatico che si è posizionato al primo posto con il 39% delle risposte, salendo sul gradino più alto del podio rispetto allo scorso anno che lo vedeva secondo. A seguire, le interruzioni di attività con il 37% delle risposte, rischio che si conferma al primo posto in Italia con il 51% delle risposte e in aumento rispetto al 47% dell’anno precedente.
La paura del Web
La minaccia informatica rappresenta il primo temuto rischio per le imprese a livello globale, soprattutto perché può sfociare in difficili contenziosi e cause legali. La consapevolezza è cresciuta rapidamente negli ultimi anni, data la spinta delle aziende che sempre più si affidano a sistemi informatici. I dati del Barometer parlano di un salto dal 15simo posto di sette anni fa con il 6% delle risposte, al primo posto dell’attuale classifica 2020 con il 37% delle risposte.
Il settore dell’edilizia e del real estate sta avvertendo il pericolo informatico e secondo i dati lo posiziona al quarto posto con il 24% delle risposte. Si tratta di una voce che nella top 5 appare come nuova, perché non presente negli anni passati e che interessa rischi legati al crimine informatico, di violazione dei dati e di guasti IT.
Del resto l’avvento dell’IoT parla di un consolidamento delle opportunità a esso legate anche nel settore immobiliare, consolidamento che si riassume nel Proptech, che secondo JLL sarà in grado di catturare nel 2020 4,5 miliardi di dollari di investimenti annuali, e che secondo l’osservatorio Proptech del Politecnico di Milano vede oggi attivi circa un centinaio di attori in Italia, 238 in Germania, 200 in Svizzera, oltre 300 in Spagna e più di 800 Gran Bretagna.
Le paure in Italia
L’interruzione di atività è il rischio più sentito in Italia, e si trova al secondo posto per edilizia e real estate.
Sebbene a livello globale l’interruzione di attività sia scivolata dopo sette anni dal vertice al secondo posto dei rischi più temuti, ha conquistato la prima posizione in Italia e la seconda per il settore edilizia e real estate.
La business interruption si concentra sulle cause più svariate che possono interessate la supply chain: incendi, esplosioni, catastrofi naturali. Perché se la supply chain e la digitalizzazione delle piattaforme oggi offrono tracciabilità e trasparenza delle merci, problemi e incidenti quali attacchi informatici, guasti tecnici , incendi di data center… possono rappresentare grandi perdite per le imprese in termini di interruzione del loro business.
La situazione delle imprese real estate a livello globale
A livello globale, considerando le imprese del settore edilizia e real estate, le principali paure riguardano in assoluto le catastrofi naturali (38% di risposte) che comprendono tempeste, inondazioni e terremoti. Dopo la medaglia d’argento dell’interruzione dell’attività, il bronzo va quindi agli incendi e alle esplosioni con il 34% delle risposte, in aumento rispetto al 23% del 2019 che aveva fatto guadagnare loro il quinto posto in classifica.
Se nel caso dell’edilizia e del real estate si tratta di paure fatalmente legate alla tipologia di business, a livello generale le catastrofi naturali si sono posizionate al quarto posto a livello globale con il 21% delle risposte, qualche punto in meno rispetto al 28% del 2019. Incendi ed esplosioni sono invece classificati al sesto posto globale con il 20% di risposte, in linea con il 19% dell’anno precedente.
Diminuisce la paura dei cambiamenti nei mercati
Al quinto posto della classifica dei maggiori rischi percepiti per il settore si trovano i cambiamenti dei mercati, una voce che comprende la volatilità, l’aumento della concorrenza, le fusioni e le acquisizioni, la stagnazione e la fluttuazione del mercato.
Il cambiamento nei mercati è una paura sentita dal 20% degli intervistati, percentuale vicina al 21% registrato a livello globale in tutti i settori, che ha fatto posizionare questa voce al quinto posto della classifica generale.
I rischi per size di impresa
Il barometro ha registrato le paure comuni degli operatori suddividendole anche per size aziendale. La top ten delle large vede al primo posto l’interruzione del business con il 43% delle risposte, a pari merito con i rischi informatici e seguita dai cambiamenti legislativi (27%).
Stessi risultati per le mid size :è l’interruzione del business il rischio maggiore per gli operatori di queste realtà, con il 37% delle risposte, seguito dai rischi informatici (36%) e dai cambiamenti legislativi.
Infine le imprese di piccole dimensioni riportano una percezione del rischio maggiore nei rischi informatici (35%) seguiti dai cambiamenti legislativi (29%) e dall’interruzione del business (28%).
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