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Le prospettive di ripresa dopo il lockdown passano per la tecnologia 

Le prospettive di ripresa dopo il lockdown passano per la tecnologia

Con la fine del lockdown e la graduale ripresa delle attività commerciali, si può fare una parziale valutazione su come sia cambiato in questi tre mesi il mercato immobiliare e su quali potrebbero essere le sue prospettive di ripresa durante il periodo di convivenza col Covid-19 che ci aspetta.

In generale possiamo prevedere con un certo grado di certezza che il real estate, pur avendo delle inevitabili difficoltà, non dovrebbe essere il settore economico sulla carta più colpito dalla pandemia. Essendo un mercato molto vario in cui il tipo di bene offerto può adeguarsi alle esigenze e alle preferenze del momento, il rischio di un crollo verticale del volume degli affari è da escludere.

Tra i molti prospect che ho avuto modo di studiare in queste settimane sono rimasta colpita in particolare da quello curato da DWS (Deutsche Asset & Wealth Management) nel quale si sottolinea che il mercato del real estate non è omogeneo e che per questo i settori che lo compongono (Retail, Office, Industrial e Residential) risponderanno alle difficoltà economiche con modalità e tempi differenti.

Se le persone che lavorano in particolare nel settore retail potrebbero essere le più penalizzate dalla crisi, DWS sottolinea che nel settore residenziale gli appartamenti tendono invece a reggere bene durante le recessioni, con gli affitti che diventano l’opzione più diffusa: è infatti ipotizzabile che nonostante i mutui più favorevoli le famiglie tendano a rimandare gli acquisti delle case e gli investimenti a lungo termine.

Gli sviluppi attuali, sottolinea il report, possono ricordare quelli post 11 settembre quando nonostante uno shock globale il settore immobiliare nel complesso resse bene. “Real estate was not immune to that cycle, but it suffered only modest declines in pricing overall (there were expections). And when the storm passed, attractive valuations (relative to reduced interest rates) supported a strong rally through most of the decade”.

Al netto di un inevitabile contraccolpo nel corso della seconda parte del 2020 con prevedibile calo sia del volume totale degli affari sia della fiducia del consumatore, il settore residenziale soprattutto nei contesti urbani dovrebbe resistere bene alla crisi economica preservando la maggior di parte dei posti di lavoro. Questo anche grazie a un mercato immobiliare che, specialmente in Europa, al momento dell’arrivo della pandemia si trovava comunque in una situazione positiva sia come vendite sia come prezzi.

Non si potrà invece molto probabilmente dire lo stesso del settore alberghiero e del retail i quali risentiranno nei prossimi mesi sia del calo dei turisti sia delle minori disponibilità economiche dei cittadini.

Dunque, le previsioni di DWS dal lato dell’offerta di mercato sono parzialmente ottimistiche, ma quali potrebbero essere invece gli atteggiamenti auspicabili per risollevare il mercato dal lato dei professionisti del settore e degli agenti immobiliari?

Secondo l’indagine condotta da Casa.it l’opinione degli agenti immobiliari ascoltati ha fatto emergere tre punti chiave per la ripartenza. Il primo è l’approccio positivo che deve caratterizzare questa fase-2: già nel 2001 e nel 2008 i contraccolpi economici colpirono il settore quindi gli agenti immobiliari sanno, almeno in parte, cosa li aspetta nei prossimi mesi e sono consapevoli che le crisi ormai sono eventi che purtroppo si presentano ciclicamente.

Il secondo punto è l’importanza del coordinamento e della collaborazione tra agenzie del territorio: in questo modo le provvigioni sarebbero inevitabilmente minori per ogni singola agenzia ma sarebbe garantita a tutti o quasi la ripresa delle vendite.

Il terzo e ultimo punto è quello che, come noto, mi sta più a cuore: la tecnologia. Nell’attesa di riprendere le visite di persona in questi mesi gli strumenti tech sono stati fondamentali per tutta l’attività di vendita con servizi come PrimaVisita che hanno permesso di visitare un immobile da remoto, soprattutto nella fase iniziale della ricerca in cui il cliente cerca di orientare le proprie scelte tra le diverse opzioni disponibili.

La speranza è che queste nuove modalità prendano sempre più campo diventando un’opzione valida a disposizione del cliente che vuole scegliere una casa, fermo restando che il contatto di persona è in ogni caso necessario per costruire un rapporto fiduciario indispensabile per la buona riuscita di un accordo soddisfacente per entrambe le parti.

In conclusione, i motivi per essere fiduciosi e sperare in una sostanziale tenuta del mercato immobiliare non mancano. Sicuramente dobbiamo mettere in conto che ci aspetta una realtà completamente diversa rispetto a sole poche settimane fa, ma sforziamoci di pensare positivo. Questa potrebbe essere la spinta decisiva per ripensare completamente le modalità di ricerca e di vendita degli immobili, con la tecnologia che inizia a essere stabilmente un’opzione imprescindibile nel processo di scelta di una casa.

di Angelica K. Donati, ceo Donati Immobiliare Group e membro del board di Ance giovani in qualità di coordinatore per l’internazionalizzazione

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