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DoveVivo: flessibilità chiave del futuro per 8 professionisti su 10 

DoveVivo: flessibilità chiave del futuro per 8 professionisti su 10

Dopo avere testato la modalità di lavoro smart, ora i  professionisti non intendo abbandonarla, almeno del tutto.

Lo rivelano i dati di DoveVivo Lab, l’osservatorio sulle tendenze e le abitudini legate alla casa, che ha analizzato l’esperienza dei giovani professionisti durante il periodo del Covid-19 e le loro previsioni in merito alle nuove modalità di lavoro che si affermeranno nel post pandemia.

I risultati parlano di un 67% dei lavoratori che prevede il rientro in presenza ma vorrebbe andare in ufficio 1/2 volte alla settimana o decidere giorno per giorno se lavorare da casa.

Ma per il 18% dei professionisti lo smart working sparirà del tutto

 La survey ha riportato anche un dato in controtendenza, ovvero per il 18% dei professionisti lo smart working sparirà completamente, lasciando il posto ad una settimana in ufficio 5 giorni su 5. Il 33% dei rispondenti dichiara invece che si immagina un futuro in cui lo smart working rimarrà un’abitudine stabile, con almeno 3 giorni a settimana in cui sarà possibile lavorare da casa.

L’80% vuole andare in ufficio 1-2 volte alla settimana

Passando dalle previsioni alle preferenze, però, emerge una situazione molto diversa: la parola chiave più amata dai professionisti è flessibilità.

Il 80% di loro dichiara infatti che vorrebbe andare in ufficio 1 o 2 volte alla settimana per gestire meglio la vita privata ed evitare lo spostamento da casa oppure vorrebbe poter scegliere se fare smart working giorno per giorno. Il restante 20% invece vorrebbe tornare in ufficio tutti i giorni.

Generalmente positiva l’esperienza con le riunioni da casa per 7 lavoratori su 10: nel dettaglio, il 50% ha dichiarato di aver capito che lo smart working è efficace come il lavoro in presenza, mentre il 19% si è divertito nell’osservare i colleghi in una veste più informale. Esperienza negativa, invece, per il 31% dei rispondenti, a causa di una comunicazione poco empatica attraverso lo schermo del pc e delle crescenti difficoltà nel riuscire a trovare il tempo per fissare le riunioni.

La possibilità di gestire il tempo in maniera differente è senza dubbio l’aspetto più apprezzato dello smart working: il 51% dei lavoratori ha dichiarato, infatti, di essere riuscito a trasformare il tragitto casa-ufficio in tempo dedicato alle passioni. 

La comodità della stanza o della casa, invece, ha permesso a molti rispondenti (24%) di lavorare meglio. Gli altri fattori positivi evidenziati sono la possibilità di aver potuto condividere più tempo con la famiglia, tornando per periodi più lunghi nel luogo di origine (19%) e la presenza dei coinquilini o del partner, grazie ai quali non si è percepita la mancanza dei colleghi (6%).

Ma lo smart working ha generato anche diverse difficoltà. Secondo il 32% dei professionisti si è sentita la mancanza delle occasioni di viaggiare, di conoscere nuovi colleghi e di lanciare progetti.

Aspetto altrettanto negativo (31%) la difficoltà di separare la giornata lavorativa dalla vita privata, con la conseguente assenza di orari ben definiti. Secondo il 19% degli intervistati, invece, l’aspetto peggiore è stato l’isolamento: molti hanno sentito addirittura la mancanza dei colleghi meno simpatici. Il 18%, infine, non ha gradito la scomodità della postazione lavorativa domestica.

Nonostante la possibilità di avere più tempo a disposizione sia stato uno degli aspetti più apprezzati dello smart working, il 21% dei professionisti ha dichiarato di aver lavorato ancora più del solito e di non aver avuto un attimo di relax. Il 58%, però, ha affermato di aver dedicato il tempo guadagnato ad interessi personali ed affetti, mentre l’altro 21% si è reso conto dell’importanza dell’aggiornamento professionale e ha colto l’occasione per partecipare a corsi di formazione.

“Siamo felici di sapere che la nostra Community di lavoratori abbia voglia di tornare in ufficio” afferma Valerio Fonseca, ceo e fondatore di DoveVivo. “Nonostante la flessibilità sia ormai una condizione imprescindibile che ci permette di migliorare il balance fra vita professionale e privata, crediamo che la dimensione umana, di relazione e scambio con i colleghi, non possa essere sostituita né compensata dalle modalità di lavoro da remoto”.

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