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DoveVivo: a inizio ’22 oltre mezzo mln di giovani vivranno fuori casa 

DoveVivo: a inizio ’22 oltre mezzo mln di giovani vivranno fuori casa

La polemica sui ‘bamboccioni’ ovvero i giovani italiani residenti in casa con i genitori anche dopo quello che per la società sembra essere il limite massimo di età, si era placata con l’arrivo della pandemia.

Con le aperture la polemica potrebbe proprio non rinascere, perché secondo quanto riportato nella ricerca di DoveVivoIpsos, lo scenario sembra avere acquisito una nuova dinamicità.

La survey ha infatti fotografato una gioventù in fermento, i cui progetti abitativi sono stati solo in parte intaccati dall’arrivo della pandemia, con 8 giovani su 10 che li hanno già portati a termine, o intendono farlo entro la metà del 2022

La ricerca è stata effettuata su un campione rappresentativo di 3.000 giovani tra i 18 e i 34 anni. L’obiettivo era quello di indagare le opinioni di ragazzi/e italiani, francesi e spagnoli in merito al loro rapporto con la casa e all’impatto della pandemia sulle scelte abitative.

64% dei giovani viveva in famiglia prima della pandemia

Dalla ricerca emerge che prima dello scoppio della pandemia ben il 64% dei giovani italiani viveva nella propria residenza d’origine, percentuale che è salita di due punti durante l’emergenza sanitaria (66%).

Parlando di previsioni, invece, solo il 36% dei giovani vivrà nella residenza di origine da qui ai prossimi sei mesi, mentre il 42% prevede che abiterà fuori casa – numero che, se trasformato in termini assoluti, potrebbe portare a un aumento di 500.000 giovani in cerca di soluzioni abitative, senza considerare il restante 22% che dichiara di non essere ancora sicuro del suo futuro.

In pandemia il pragmatismo di restare in famiglia

Secondo la ricerca, l’impatto della pandemia è evidente soprattutto tra i fuorisede: il 43% di loro è tornato a vivere con la propria famiglia d’origine in corrispondenza dello scoppio dell’emergenza sanitaria.

Affettive, emotive e pragmatiche le principali motivazioni alla base di questa scelta: la maggior parte dei rispondenti dichiara di essere tornato a casa per stare meglio (75%), per poter stare più vicino alla propria famiglia (74%) e per risparmiare (70%).

Il 35% delle persone intervistate è però rimasto nella propria abitazione durante il lockdown mosso prevalentemente dal desiderio di restare a casa propria (48%), il 35% dalla necessità di portare avanti attività di studio e lavoro e il 15% per paura di contagiare la famiglia.

Tuttavia, la situazione è già cambiata: tra coloro che sono tornati a vivere con la propria famiglia durante la pandemia, 8 su 10 sono tornati dove vivevano prima dell’emergenza oppure stanno pianificando di cambiare casa nel prossimo futuro.

Questo dato in particolare è il più alto tra gli altri paesi interessati dalla ricerca: in Francia e Spagna rispettivamente solo il 65% e il 71% dei giovani ha in programma di spostarsi o l’ha già fatto.

3 giovani su 10 hanno realizzato i propri piani anche in pandemia

Molti dei ragazzi intervistati, inoltre, avevano dei piani ben precisi prima dello scoppio della pandemia: andare a vivere da soli, con il proprio partner o in una casa condivisa, cambiare casa o città.

Nonostante la crisi sanitaria ed economica, una media di 3 giovani su 10 dichiara di essere riuscito a realizzare il proprio obiettivo già nel corso del 2020 o 2021. Fra le attività pianificate, l’andare a vivere con altre persone in coliving è stata quella che ha registrato la percentuale più alta di realizzazione.

Alta la quota di chi invece ha in programma di attuare il proprio piano (prevalentemente cambiare casa, città/paese o vivere con il partner) entro i primi tre mesi del 2022: sono in media 5 giovani su 10 a non aver abbandonato i loro obiettivi mentre solo circa il 17% si è trovato costretto a farlo. Colpisce, in particolare, il fatto che il campione italiano abbia avuto il minor tasso di abbandono dei progetti rispetto ai francesi (20%) e agli spagnoli (addirittura 27%).

6 intervistati su 10 ha voglia di libertà e dinamismo. Il 43% di loro dichiara di voler viaggiare in altre città o paesi per collezionare esperienze di studio o lavoro sottolineando la necessità di avere un posto dove sentirsi a casa. Il 16% afferma addirittura di non avere necessità di una base e di voler essere libero di muoversi a seconda delle opportunità. Il 41% invece desidera la stabilità del posto di lavoro e dell’abitazione.

Interrogati su quali situazioni ritengano più importanti per le nuove generazioni, emerge pragmatismo insieme a un forte dinamismo. Se da una parte, quasi 8 intervistati su 10 dichiarano di aver bisogno di un lavoro fisso e un luogo stabile dove vivere e una quota simile è  ben consapevole delle difficoltà legate all’acquisto della casa per la loro generazione, dall’altra rileviamo lo stesso numero per chi intende collezionare sempre più esperienze attraverso il proprio percorso personale e professionale, anche, per 7 giovani su 10, cambiando città o paese.

Dalla lettura dei dati, inoltre, sembra che i giovani italiani vogliano investire su se stessi, riconoscendo i punti di forza della propria generazione: 7 su 10 vedono nella sharing economy e nella flessibilità di luoghi di vita e di lavoro un’opzione valida per perseguire i propri obiettivi, nel contesto di una generale consapevolezza della apertura e disponibilità alla condivisione.

Valerio Fonseca, co-founder e ceo di DoveVivo, dichiara: “La ricerca realizzata in collaborazione con Ipsos fa emergere aspetti interessanti delle abitudini e dei desideri abitativi dei giovani italiani. Senza dubbio ci troviamo di fronte a uno scenario complesso, in cui i nostri ragazzi sono sì molto legati alla propria famiglia ma hanno anche sogni, progetti e piani di vita che li vedono proiettati fuori da casa. Se applichiamo i risultati della ricerca ai dati Istat – possiamo affermare che saranno almeno mezzo milione in più i giovani in cerca di nuove soluzioni abitative nei prossimi 6 mesi. Il dato non considera il 22% di indecisi che potrebbe incrementare ulteriormente la domanda. Personalmente vedo in questi dati un grande movimento sociale che potrebbe avere un impatto rilevante sul mercato immobiliare e di contributo ad un nuovo sviluppo economico”.

Chiara Ferrari, service line leader del team public affairs di Ipsos Italia, sottolinea: “I dati raccolti con questa grande ricerca confermano un trend positivo nelle intenzioni dei giovani italiani. Dal nostro osservatorio privilegiato sui giovani e dalle ricerche svolte nel corso del 2021 rileviamo che nonostante l’isolamento, la limitazione delle libertà e degli spostamenti dovuti all’emergenza sanitaria, i giovani sono oggi pronti a ripartire con i loro programmi se messi nelle giuste condizioni”.

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