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Recrowd: l’evoluzione del lending crowdfunding, intervista al Ceo De Simone 

Recrowd: l’evoluzione del lending crowdfunding, intervista al Ceo De Simone

Con 55 progetti di lending crowdfunding finanziati a dicembre 2021, di cui 20 conclusi, 14.796.744 euro raccolti, 2.375.124 euro restituiti e un rendimento annuo medio del 9%, Recrowd  si conferma piattaforma di raccolta frizzante e in evoluzione.

Il modello Recrowd nasce da un’esperienza ventennale nel settore immobiliare, unita alla propensione digitale dei suoi fondatori, per un progetto premiato nel 2019 tra le 8 start up innovative di Milano da SpeedMiup, l’incubatore dell’Università Bocconi.

Per definire l’universo della start up, di seguito l’intervista a Gianluca De Simone, ceo di Recrowd.

Domanda: Come può interagire l’investitore nella piattaforma Recrowd?

Risposta: Le interazioni più importanti sono strettamente collegate all’autonomia di ogni singolo utente, infatti ognuno di essi ha la facoltà di scegliere la singola campagna di crowdfunding a cui aderire, aiutato dalle informazioni e i documenti presenti nella pagina progetto di ogni campagna che vengono messi a disposizione dall’azienda che la svolge.

D: Per chi raccoglie finanziamenti, come si diversificano le tipologie di progetto immobiliare e con quale intento?

R: La forza di Recrowd è sempre stata quella di ascoltare tutte le aziende immobiliari che avessero necessità di finanziamento per un progetto specifico, ed è lampante che tutte le aziende non operino allo stesso modo. Con un duplice intento, all’interno della piattaforma, abbiamo lanciato diverse categorie di progetto, per differenziare il sottostante utilizzato dalle aziende e per aiutare gli investitori nella comprensione del rischio dello stesso.

D: Abbiamo visto i traguardi raggiunti da Recrowd finora. C’è un progetto ( o più progetti) che desiderate evidenziare?

R: I traguardi sono molteplici, anche se si possono ricondurre tutti ad una crescita complessiva, sia di Recrowd che delle aziende che hanno presentato una campagna di crowdfunding. Basti pensare che nel 2020 avevamo una capacità di finanziamento di centinaia di migliaia di euro al mese, mentre oggi siamo intorno ai due milioni mensili. Questo significa dare la possibilità alle aziende di proporre asset immobiliari più importanti e parallelamente all’investitore di avere più campagne in cui investire e diversificare il rischio.

D: Che obiettivi si pone Recrowd per il futuro?

R: Il futuro ci impone di innovare continuamente, con la nuova normativa europea, entrata in vigore da poco, avremo ancora più possibilità di sviluppo. I numeri del mercato sono destinati a crescere e in Recrowd lavoriamo per consolidare una posizione sempre più importante.

Un domani potremo non limitarci solo al mercato italiano e cercare sinergie anche con investitori esteri che notoriamente sono sempre stati attratti del mercato immobiliare dello stivale.

Il modello Recrowd

Il modello è classico: gli investitori partecipano al finanziamento di un progetto immobiliare in cambio di una remunerazione, dove la tipicità è l’acquisto di un immobile che può essere messo a rendita oppure venduto, generando una plusvalenza.

Questo permette di superare due degli scogli tipici degli investimenti immobiliari classici, la richiesta di immobilizzare ingenti risorse e di occuparsi della gestione attiva dell’immobile.

La formula Recrowd dimostra però innovazione nell’accessibilità anche ai piccoli investitori, con quote di partecipazione a partire da 250 euro e delega la gestione dell’immobile al promotore del progetto, il tutto con la possibilità di diversificare geograficamente i propri investimenti.

Diversificazione che si riscontra anche nella natura del finanziamento, grazie a 6 tipologie di progetti che si differenziano per rischio, durata, ROI e investimento.

Il lending crowdfunding nello scenario italiano dal ‘17 al ‘21

Secondo quanto riporta la rivista specializzata Crowdfunding Buzz, il lending crowdfunding ha vissuto una crescita esponenziale nell’ultimo quinquennio.

I progetti di raccolta nel 2017 sono stati infatti 6, 11 nel 2018, 92 nel 2019, 167 nel 2020 e 214 nel 2021 con riferimento all’inizio del mese di dicembre.

Per quanto riguarda la raccolta, nel 2017 il lending crowdfunding ha raccolto fondi per 1.245.000 euro, 3.760.000 nel 2018, 18.506.000 nel 2019, 36.284.000 nel 2020 e 49.242.000 a inizio dicembre 2021.

La raccolta media del 2017 è stata di 207.000 euro, di 341.000 nel 2018, di 199.000 euro nel 2019, di 217.000 euro nel 2020 e di 230.000 euro nel 2021 (inizio dicembre).

In evoluzione anche il numero degli investitori: 2.032 nel 2017, 5.988 nel 2018, 24.484 nel 2019, 37.232 nel 2020 e 31.011 a inizio dicembre 2021.

Per quanto riguarda l’investimento medio, nel 2017 si è posizionato a 600.000 euro, stessa cifra nel 2019, cresciuta a 1.300.000 euro nel 2019 e a 1.700.000 euro nel 2020, con 2.500.000 euro di raccolta media a inizio dicembre 2021,

Storicamente, il trimestre più fruttuoso è stato il Q1 ‘21 con una raccolta di 14.406.000 euro, seguito dal Q3 ‘21 con 13.608.000 euro, cifre alquanto distanti dagli albori del 2017, che nel Q3 ha registrato una raccolta di 329.000 euro.

I numeri riferiti agli investitori riportano per il lending crowdfunding un tasso medio/anno del 9%, una durata media dell’investimento di 14 mesi, 205 come numero medio degli investitori e 1.900 euro di investimento medio.

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