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Sondaggio Wikicasa.it: “Immobiliare atteso in crescita anche nel 2022” 

Sondaggio Wikicasa.it: “Immobiliare atteso in crescita anche nel 2022”

Il 2021 si è chiuso positivamente per il settore immobiliare; Istat registra oltre 478mila transazioni di tipo abitativo, con un aumento del 75,4% rispetto al II trimestre 2020. La crescita riguarda in modo bilanciato tutte le regioni italiane a conferma di quanto il mattone per gli italiani sia ancora una forma di investimento irrinunciabile.

Questo trend positivo continuerà o subirà una battuta d’arresto, anche in considerazione di inflazione e instabilità economica legate agli odierni disordini in Europa?

Per rispondere a questa domanda, Wikicasa, realtà propTech che, con i siti Wikicasa.it, Commerciali.it e Casaclick.it e 13 milioni di utenti unici, è uno dei più importanti portali di ricerca immobiliare in Italia, ha interpellato alcuni tra i maggiori esperti del settore.

Giuseppe Crupi, ceo di AbitareCo dice “La crescita del settore nel 2022 continuerà a essere sostenuta anche grazie ai diversi incentivi fiscali legati alla casa e a una politica monetaria europea che dovrebbe mantenere dei tassi di interesse ancora bassi, nonostante il rischio che la crescita dell’inflazione vada a minare questa strategia”.

Come spiega Marco Tilesi, ceo di Century 21 Italia, “lo sviluppo del settore è agevolato anche da alcune misure contenute nel decreto Rilancio del 2020, come il Superbonus al 110%, che hanno spinto in alto le quotazioni degli immobili inseriti tra gli edifici riqualificati.”

Roberto Magaglio, ceo della divisione residential di Engel&Voelkers spiega che “i driver principali della crescita sono stati due. Da un lato, il diverso rapporto con il “bene-casa” che oggi viene utilizzato non più solo come “dormitorio” ma come luogo in cui vivere-lavorare-socializzare, ha stimolato una forte domanda di sostituzione, in favore di immobili più grandi. Dall’altro la crescita è dipesa dai tassi d’interesse particolarmente convenienti, uniti a buone condizioni per ottenere un mutuo. Con molta probabilità questo trend continuerà, ma con minore intensità dato che la domanda è in leggera diminuzione (una parte dei clienti ha già sostituito l’immobile) e le condizioni creditizie sono in peggioramento; inoltre all’orizzonte c’è la riforma del catasto e nel frattempo le conseguenze economiche dell’inaspettata guerra tra Russa ed Ucraina sicuramente non produrranno nulla di buono alla ricchezza italiana”.

Quali saranno le particolarità dei singoli mercati nelle principali città italiane?
Per quanto riguarda Milano, afferma Mirko Paletti presidente del Gruppo Filcasa, “il successo immobiliare milanese è dato anche dall’importante sviluppo che la città ha avuto negli ultimi 15 anni: Milano oggi è totalmente rinnovata, all’altezza delle altre grandi metropoli europee.”

Filippo Cartareggia, presidente di Residenze Porta Nuova aggiunge un’ulteriore riflessione: “A Milano ci sono molti cantieri di nuove costruzioni ma c’è anche un gran numero di costruzioni già esistenti. In futuro ci sarà quindi un’immissione nel mercato di immobili non nuovi; questo non influirà sui prezzi ma sullo squilibrio tra domanda e offerta perché ci sarà un aumento della seconda.”

Diversa è la situazione per la capitale, dove, rispetto a Milano, ci sono stati meno interventi di nuova costruzione e/o riqualificazione edilizia che abbiano offerto, nelle aree più centrali e semi centrali, case di nuova realizzazione. In alcune aree sono tuttavia presenti alcuni complessi da poter convertire ad uso residenziale (ex caserme, depositi, ecc.), sono però progetti molto articolati con iter burocratici molto lunghi e complicati.

“Per Roma prevedo un trend in linea con quello nazionale. La stabilizzazione del numero di compravendite sarà però dovuta alla minore disponibilità di immobili in vendita e ciò potrebbe comportare una tendenza all’aumento dei prezzi. Per gli immobili di taglio medio, probabilmente, la disponibilità di prodotto nuovo continuerà a essere in zone prevalentemente periferiche, ossia tra il raccordo anulare e le mura aureliane.” specifica Stefano Filastò, broker di Re/Max Abacus di Roma.

Anche per Torino il futuro si prospetta roseo “sia per il residenziale che per i capannoni industriali: si noteranno miglioramenti anche nel mercato di uffici e immobili commerciali che hanno sofferto molto in questi ultimi anni”, sostiene Lodovico Avataneo ceo di Fiminter.

Ci tiene a precisare Andrea Chiusano, ceo di Chiusano Immobiliare che “Torino negli ultimi anni ha sofferto la mancanza dei giovani che sono andati a lavorare o studiare all’estero; di recente però si stanno verificando casi di ritorno nel capoluogo piemontese, questo si spera potrà essere un trend per il futuro che si rafforzerà e porterà benefici in termini di vivacità della città e di nuovi progetti per il suo miglioramento.”

Gli ultimi due anni sono cambiate le preferenze degli italiani nella scelta tra centro e periferia, cosa succederà negli anni a seguire?
“Negli ultimi due decenni le periferie – soprattutto di Roma – hanno subito un forte rallentamento e degrado causato dalla mancanza di reali investimenti pubblici nelle infrastrutture (in primis viabilità) e nei servizi. Sono stati costruiti interi quartieri “dormitorio” completamente scollegati dalle zone centrali e dai servizi pubblici, senza una visione di lungo termine”, afferma Umberto Volpes ceo di Volpes Case.

Vittorio De Caprio, ceo e founder di Santa Tecla Immobiliare evidenzia che “rispetto a qualche anno fa, ora si vendono in tempi rapidissimi immobili sulla carta ancora in costruzione. Le periferie si stanno sviluppando sempre più e rappresentano un’ottima opportunità per gli investimenti su immobili a reddito”.

La pandemia ha cambiato il modo di approcciare al bene casa. Come si sono adattate le realtà del settore?
La pandemia ha fatto sì che emergessero nuove esigenze sia riguardo alla casa stessa che al modo di approcciarsi alla scelta della stessa. Anche le agenzie si sono quindi adattate a questo nuovo modo di vivere l’esperienza di ricerca e acquisto di un immobile.

Come precisa però Cesare Furbatto, ceo di Furbatto Immobili, “Le persone sono più informate e attente ai dettagli già da prima della pandemia, ci siamo quindi adattati alla richiesta di maggior qualità fornendo informazioni attendibili e precise. Sono infatti già 10-15 anni che abbiamo alzato gli standard di qualità”.

In conclusione, le previsioni degli esperti propendono per un 2022 positivo in termini di volumi di compravendite. “Le agenzie e i professionisti del settore sono sempre più orientati ad accrescere la qualità dei servizi erogati. In presenza di un mercato complesso, mutevole e competitivo come quello immobiliare, differenziarsi per la qualità della consulenza offerta può davvero fare la differenza. Come Wikicasa ci impegniamo a offrire ai professionisti competenze e strumenti tecnologici avanzati per analizzare il mercato in tempo reale, intercettando le tendenze e le esigenze mutevoli della domanda. Solo in questo modo sarà possibile adeguare l’offerta, per una crescita costante e dinamica del settore”, conclude Pietro Pellizzari, ceo di Wikicasa.

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