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Mariani, Experian: “Digitale e dati alternativi nel futuro del credito” 

Mariani, Experian: “Digitale e dati alternativi nel futuro del credito”

Passaggio al digitale e dati alternativi. È questo lo scenario di domani, in cui il credito può promuovere innovazione, aprendo le porte a società che magari hanno una storia minore alle spalle, ma sono abili nell’intercettare le esigenze del mercato.

Ne parla Giulio Mariani, new technology manager Emea di Experian, che spiega come l’utilizzo di fonti alternative di dati possa migliorare la sicurezza dei processi e stimolare l’innovazione creditizia

“Nel corso degli ultimi tempi, molte cose sono cambiate nel nostro rapporto con la tecnologia. La pandemia ha accelerato un processo già partito da tempo, rendendo di fatto digitali molte delle nostre interazioni quotidiane. Un esempio evidente è quello dell’e-commerce, ormai decisamente sdoganato dopo aver scontato la tradizionale diffidenza dei consumatori italiani. Seguendo un’evoluzione strettamente collegata, i pagamenti digitali sono diventati man mano la norma per molti di noi.

Lo stesso vale per il mondo del credito, in cui i canali digitali hanno man mano incrementato la loro presenza. Secondo il Rapporto sul credito Italiano – trends & insights di Experian, nel corso degli ultimi tre anni, le richieste di credito condotte su canali digitali sono più che raddoppiate: +112,9% tra marzo 2019 e marzo 2022.

Questa però non è l’unica rivoluzione a cui stiamo assistendo, perché i recenti avvenimenti storici hanno radicalmente cambiato il contesto sociale ed economico in cui viviamo. Se pensiamo al quadro Europeo del Next Generation EU, agli effetti dovuti alla transizione ecologica, al forte rialzo dei prezzi delle materie prime, all’inflazione ed infine all’aumento nel medio-lungo termine dei tassi di interesse, ecco che ci troviamo davanti ad un quadro economico ricco di incognite e nuove sfide per governi, cittadini ed imprenditori.

Di fronte a un’evoluzione tanto radicale, il settore del credito rischia di restare indietro, legato a processi tradizionali, definiti e consolidati nel corso degli anni ma forse non più adeguati rispetto alle dinamiche attuali del mercato. Il crescente utilizzo del digitale, infatti, porta con sé anche l’adozione di strumenti di pagamento innovativi, che fanno leva su tecnologie avanzare per rispondere alle necessità di rapidità e multicanalità degli imprenditori di oggi. Non tutti questi strumenti rientrano tra i canali che vengono tradizionalmente valutati per la concessione di un credito. La nascita delle fintech, realtà di nuova generazione che intendono rispondere alle necessità dei nuovi imprenditori nel modo più agile e snello possibile, ha reso di fatto il panorama del credito ancor più articolato e composito.

Uno degli elementi tradizionalmente di peso per la concessione di un credito è la storia imprenditoriale e creditizia. Ma le start-up ne sono prive, e spesso ne sono privi anche gli imprenditori che le lanciano, con l’obiettivo di intercettare in modo tempestivo le esigenze che emergono sul mercato. Anche questa tempestività si sposa male con i processi tradizionali di valutazione del credito, dando di fatto ulteriore spinta alla necessità di rivedere questi processi, adeguandoli ai tempi che viviamo.

Un quadro più preciso della situazione creditizia di una nuova realtà imprenditoriale è ottenibile abbinando ai dati tradizionali anche dati alternativi, che derivano ad esempio dall’adozione di strumenti di pagamento non convenzionali, ma anche dall’utilizzo di device particolari o dal tipo di presenza online – tramite sito ufficiale o canali social. Elementi del genere, inseriti in un contesto di analisi più esteso, possono aiutare i prestatori a crearsi un’immagine più aderente alla realtà del potenziale cliente, riducendo il margine di rischio ma soprattutto consentendo di individuare lo strumento creditizio più adeguato alle specifiche necessità.

Per questo motivo, gli strumenti tradizionali richiedono un’integrazione con dati e score che permettano di valorizzare il patrimonio informativo che proviene dal canale web, per avere una valutazione organica della web reputation delle aziende e del rischio ad esso connesso.

La graduale estensione dei processi di valutazione a fonti alternative di dati non comporta solo una maggiore accuratezza delle transazioni specifiche ma, vista in un’ottica di sistema, apre di fatto il mondo del credito a nuove categorie di imprese, che hanno magari una storia minore alle spalle ma sono tipicamente più dinamiche e innovative, contribuendo quindi al progresso del panorama economico nazionale.

In questo modo, il credito può tornare ad avere quel ruolo di facilitatore di innovazione e di sviluppo che dovrebbe avere in ogni scenario macroeconomico, con benefici che possono estendersi a ogni livello della catena del valore”.

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