L’analisi compara quindi i due dei comparti che maggiormente pesano nello scenario dell’hospitality italiana. Quello degli affitti brevi (case vacanza, appartamenti, ecc.) e quello delle strutture ricettive tradizionali (hotel, b&b, agriturismi, ecc.).
I dati sono tratti da Tutti i dati d’Italia 2022, il report annuale che The data appeal company per tenere sotto controllo lo stato del turismo in Italia.
Approfondendo il risultato, la società evidenzia comunque che gli agriturismi registrano un sentiment elevato di 90,2/100. Meno brillanti invece gli hotel con 83,2/100.
Le strutture ricettive sono di gran lunga le più recensite
La ricettività copre il 16% dei punti di interesse a livello nazionale, ma raccoglie il 33% di tutti i contenuti scritti online dai viaggiatori. Al contrario, solo il 6% delle recensioni riguarda gli affitti brevi.
Questo dimostra quanto sia ancora molto significativo il ruolo dell’offerta ricettiva sulla reputazione complessiva della destinazione, secondo solo al F&B (50%) che però raccoglie il 43% dei Poi.
Secondo la società, sono sostanziali le differenze tra gli argomenti di interesse espressi online dai visitatori. Gli ospiti degli affitti brevi parlano soprattutto di atmosfera e posizione, mentre quelli della ricettività di staff e ristorazione.
Al terzo posto compaiono in entrambi i casi le camere, raccogliendo il 17% dei contenuti per la ricettività e il 13% per gli affitti brevi.
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