Blog Post

Investimenti e Aste

Cherry: nel Q1 ’23 aste immobiliari -18%, valore complessivo -22% 

Cherry: nel Q1 ’23 aste immobiliari -18%, valore complessivo -22%

Da gennaio ad aprile 2023 ci sono stati 2023 56.500 immobili oggetto di tentativi d’asta (-18% rispetto allo stesso periodo del 2022) e 58.000 nuovi avvisi d’asta pubblicati (-20% rispetto al primo quadrimestre 2022).

Il valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a circa 9 miliardi di euro (-22% rispetto allo stesso periodo del 2022) e scende anche il valore di base d’asta medio a livello nazionale pari a circa 159.000 euro (-4% rispetto al primo quadrimestre 2022).

Queste le principali evidenze tratte dall’ultimo osservatorio quadrimestrale Cherry brick, servizio che monitora le opportunità di investimento tra gli immobili all’asta e che è sviluppato da Cherry srl – startup fintech che fornisce soluzioni tecnologiche al mondo del credito.

Nel primo quadrimestre del 2023 circa 56.500 immobili sono stati quindi oggetto di tentativi d’asta, in calo del 18% rispetto al medesimo periodo del 2022 (68.926), per un valore complessivo dell’offerta minima di partenza pari a circa i 9 miliardi di euro (-22% rispetto agli 11,5 miliardi dello stesso periodo del 2022).

Un dato che in parte è coerente con quanto rilevato dall’osservatorio di Cherry Sea sull’andamento dei procedimenti fallimentari nell’ultimo trimestre 2022, in relazione alle prime venti sezioni fallimentari per volume di attività in Italia. Nel report, infatti, emerge come nel 2022 sono stati aperti nei tribunali italiani 6.158 nuovi fallimenti, il 30% in meno di quelli aperti nel 2021.

In linea con il primo quadrimestre del 2022, i lotti oggetto di tentativi d’asta tra gennaio ed aprile di quest’anno fanno riferimento per la maggior parte a immobili di tipo residenziale (56%), seguiti principalmente da quelli di ambito commerciale (20%) ed industriale (4%).

In Lombardia il numero maggiore di aste

A livello regionale la Lombardia si riconferma il territorio in cui si è tenuto il maggior numero di aste con 7.477 immobili all’incanto (-22% sul primo quadrimestre 2022), pari al 13% dei lotti andati all’asta su tutto il territorio nazionale. Seguono la Sicilia con 6.846 aste ed il Lazio con 6.116 (entrambi registrano un calo del 14%), mentre a fondo classifica si mantiene la Valle d’Aosta con 137.

Rispetto alla suddivisione geografica, il 71% delle aste si è svolto tra nord ovest, sud e centro Italia, con queste ultime due macro aree che concentrano il 25% ciascuna dei lotti messi in vendita in tutta la penisola, mentre il 13% e il 16% si trovano rispettivamente nel Nordest e nelle Isole.

Tra le città, con 1.665 tentativi d’asta (3% del totale nazionale) Roma si conferma la prima in Italia nella relativa graduatoria, con numeri ben superiori a quelli di Napoli (seconda con 469) e a quelli di Catania (terza con 412). Tra le province, invece, alla Città Metropolitana di Roma (3.744 lotti per il 7% del totale) seguono Perugia (1.651) e Catania (1.539).

tribunali che hanno gestito il maggior numero di aste sono quelli di Roma (2.050, pari a quasi il 4% del totale, in linea con il primo quadrimestre 2022), Catania (1.298) Milano (1.282), Bergamo (1.197) e Perugia (1.004). In particolare, rispetto al primo quadrimestre del 2022, il Tribunale di Milano registra un calo delle vendite pubbliche del 39%, mentre Catania si assesta ad un -21% e Roma ad un -2%.

Base media d’asta 159mila euro

Per quanto invece riguarda la base d’asta media delle vendite svoltesi nel primo quadrimestre del 2023 questa ammonta a 159.000 euro, in linea con l’ultimo quadrimestre del 2022 ed in calo del 4% rispetto al valore del primo.

Guardando alle categorie, nel periodo è diminuita la base d’asta media degli impianti sportivi, pari a 475.000 euro, rispetto ai 639.000 del primo quadrimestre del 2022 (-26%). Il valore medio di base d’asta degli immobili industriali è sceso a 618.00 mila euro (-3% rispetto ai primi quattro mesi del 2022), come quello degli immobili residenziali (128.000 euro, con una contrazione del 9% rispetto al primo quadrimestre 2022). Aumenta, invece, quello degli immobili commerciali, pari a 179.000 euro (+4% sullo stesso periodo del 2022).

livello regionale, l’Emilia-Romagna prende il posto del Lazio tra le zone nelle quali sono localizzati i lotti il cui valore medio di base d’asta su scala nazionale è stato mediamente più alto, pari a circa 317.000 euro, in crescita del 68% rispetto ai primi quattro mesi del 2022. Seguono il Lazio (circa 218.000 euro, -21%), il Trentino-Alto Adige (214.000, valore stabile), la Toscana (211.000 euro, +8%) e la Sardegna (198.000 euro, -13%). Fanalini di coda Valle d’Aosta e Molise (103.000 euro).

Analizzando invece il valore della somma di base d’asta a livello regionale, il Lazio si assesta su un complessivo di circa 1,3 miliardi di euro (-32% su inizio 2022) a cui segue la Lombardia con 1,2 miliardi (-18%) e l’Emilia-Romagna con 1 miliardo (+40%), mentre a livello provinciale la Città Metropolitana di Roma risulta prima con un valore di 983.00 euro (in crollo però del -39%), seguita con grande distacco da Perugia e Sassari rispettivamente con 269.000 e 254.000 euro.

58mila nuovi avvisi d’asta, -20%

Guardando ai dati nel loro complessivo, emerge come tra l’1 gennaio ed il 30 aprile 2023 siano stati pubblicati nel Portale vendite pubbliche nuovi avvisi d’asta per poco più di 58.000 lottiin calo del 20% rispetto al numero di pubblicazioni censite nel primo quadrimestre 2022. Nel dettaglio, il 55% fa riferimento ad immobili ad uso residenziale, il 19% ad uso commerciale e solo il 4% ad uso industriale.

Il 13% del totale è localizzato in Lombardia (per un totale di 7.758 nuovi avvisi), il 12% in Sicilia (6.930) e il 10% nel Lazio (5.815), mentre a livello territoriale la maggior concentrazione è nel Centro Italia (26%), seguito da nord ovest e sud (23%), isole (17%) e nordest (12%).

Tra le città, invece, Roma rimane la prima in Italia per numero di aste censite (1.491, -6% sui primi quattro mesi del 2022), seguita da Catania (450), Napoli (391) e Perugia (369). A livello provinciale la città metropolitana di Roma guida la classifica con 3.756 aste pubblicate (pari al 6% del totale nazionale), seguita dal territorio perugino e da quello catanese (rispettivamente con 1.818 e 1.561). Infine, tra le modalità d’asta la “asincrona telematica” e “la sincrona mista” (rispettivamente nel 33% dei casi) vengono preferite alla tipologia “presso il venditore” (28%) o “sincrona telematica” (6%).

A Milano base d’asta 175mila euro

Prendendo in analisi la sola città di Milano, dalla periferia al centro, emerge come la base d’asta media si assesta a 175.00 euro, ma se si prendono ad esempio gli immobili commerciali tale valore scende a 129.000, mentre per gli immobili ad uso residenziale sale vertiginosamente a 264.000.

Passando invece ai dati in relazione a quartieri/zone, la base d’asta media più alta si registra a:

  • “San Donato Milanese” (1,1 milioni);
  • “De Angeli, Fiera, Portello” (1 milione);
  • “Zona Solari, Foppette, Porta Genova e Washington” (940.000 euro);
  • “Porta Venezia, Risorgimento” (684.000 euro, area con la più alta somma di base d’asta pari a 5,5 milioni in contrapposizione a Porta Romana ultima con 123.000 euro).

I valori più bassi, invece, si registrano a:

  • “Ronchetto delle Rane, Cantalupa, Chiesa Rossa e Romano Bianco” (13.000 euro), zona però prima per numero di aste avvenute con un totale di 34 (mentre “Movirione, Stadera, Vigentino, Vaiano Valle, Quintosole, Selvanesco, Cascina Cascinetta, Macconago” è seconda con 29);
  • “Navigli, Restocco Maroni e San Cristoforo sul Naviglio” (32.000 euro) e “Loreto, Piola” (58.000 euro).

“Le aste immobiliari sono oggi parte di un mercato dinamico e in continua evoluzione che richiede una conoscenza approfondita e aggiornata del settore – spiega Luca Bonacina, co-founder e head of technology di Cherry srl – In questo contesto il nostro osservatorio “Cherry Brick” si propone di fornire dati e analisi dettagliate sul comportamento delle aste immobiliari su tutto il suolo nazionale, consentendo in tal modo agli acquirenti e agli investitori di avere una visione chiara sia del mercato che delle opportunità all’orizzonte. L’accesso a informazioni accurate e affidabili come quelle fornite da Cherry Brick può infatti fare la differenza nel prendere decisioni strategiche massimizzando i risultati e minimizzando i costi”.

Related posts