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Senza casa non c’è futuro: a Refuture il confronto sui temi più caldi del real estate 

Senza casa non c’è futuro: a Refuture il confronto sui temi più caldi del real estate

Anche quest’anno i rappresentanti dell’immobiliare, comparto che in Italia rappresenta il 30% del Pil, si sono riuniti per fare il punto sul segmento in occasione della quarta edizione di Refuture, forum dell’economia immobiliare, tenutosi a Roma presso la Camera dei deputati.

Lo riporta Locare, che sottolinea come, pur restando uno dei settori trainanti delleconomia nazionale in termini di indotto e di occupazione, negli ultimi 12 mesi limmobiliare si sia trovato ad affrontare ulteriori sfide, dai conflitti tuttora in corsa in Ucraina e in Medio Oriente al post pandemia, fattori che hanno profondamente inciso sulle dinamiche di domanda e offerta e sull’andamento delle scelte degli investitori.

Senza casa non c’è futuro” è il titolo scelto per la quarta edizione dellevento Refuture, promosso dall’onorevole Pino Bicchielli e organizzato da Locare.

“In Italia esiste un vasto mercato potenziale rappresentato da oltre 560 milioni di metri quadrati di superfici residenziali in cattivo stato di manutenzione, con un valore stimato di circa 450 miliardi di euro. Questa situazione richiede un impegno serio e coordinato per rigenerare e valorizzare il patrimonio immobiliare esistente”, ha dichiarato in apertura dei lavori Bicchielli, membro della Commissione difesa e vicepresidente cruppo Noi moderati.

Dopo il saluto iniziale di Andrea Napoli, Ceo di Locare, che ha proposto una riflessione su un futuro dove l’abitare si trasforma e dove l’innovazione e la cultura si abbracciano per plasmare case sostenibili e adattabili, quindici protagonisti del real estate italiano si sono alternati In modalità TED Talks presso la Camera dei Deputati di Roma.

“Oggi esploriamo come il coraggio di sfidare il ‘si è sempre fatto così’ può guidare una rivoluzione nel mercato immobiliare nel disegnare il futuro delle abitazioni, dove il cambiamento è la chiave e ogni sfida è un’opportunità per creare qualcosa di straordinario”, ha dichiarato Napoli.

Il primo intervento è quello di Luca Dondi dallOrologio, amministratore delegato Nomisma, che ha sottolineato la necessità di affrontare l’”inverno demografico” in corso in Italia, con una previsione di riduzione della popolazione da 58 a 47 milioni entro il 2070. Questa tendenza potrebbe influire sulla domanda di case, poiché le coppie senza figli potrebbero superare quelle con figli entro il 2045. Inoltre, la percezione del rischio di insolvenza rappresenta una preoccupazione per il settore bancario, influenzando la disponibilità di credito e, di conseguenza, il mercato immobiliare.

Il presidente di Noi moderati, Maurizio Lupi, intervenuto ‘a sorpresa’ a lavori già avviati ha dichiarato che la famiglia è al centro dell’attenzione del partito, e la casa rappresenta l’elemento fondamentale per la solidità familiare. “La questione abitativa è al centro dell’agenda di governo. Le sfide attuali nel mercato immobiliare, come l’aumento degli affitti, dei mutui e l’inflazione, richiedono soluzioni coraggiose, innovative e sostenibili”, ha dichiarato Lupi, che ha sottolineato anche l’importanza di promuovere politiche abitative che assicurino un accesso equo alla casa, incentivando la costruzione di nuove abitazioni a prezzi accessibili sia attraverso il settore privato che con l’ausilio di incentivi, evitando però errori come il superbonus che ha impiegato risorse pubbliche per ristrutturare solo il 3% del patrimonio immobiliare.

Tra i relatori anche Stefano Volpato, direttore commerciale di Banca Mediolanum.

Il tema degli affitte brevi ha monopolizzato l’attenzione di gran parte degli interventi.  Antonio Giordano, co-ceo di Idealista, ha focalizzato l’attenzione proprio su questo segmento di mercato, che in Italia rappresenta solo una piccola percentuale (2-6%) del totale, mentre il ceo di Italianway e presidente di Aigab (Associazione italiana affitti brevi), Marco Celani, ha enfatizzato che gli affitti brevi hanno un impatto economico significativo, contribuendo con oltre 57 miliardi di euro all’anno al PIL, di cui 11 miliardi direttamente attribuibili. Celani ha poi snocciolato una serie di dati sul patrimonio immobiliare italiano che conta oltre 35 milioni e 270mila case (di cui 9,5 milioni vuote), gestite da oltre 30.000 operatori professionali. Il ceo di Italianway ha concluso il suo intervento smontando alcuni falsi miti come il presunto contributo allo spopolamento dei centri storici o quello della sottrazione di prenotazioni agli hotel a causa degli short-rent.

Pietro Pellizzari, ceo di Wikicasa, ha incentrato il suo intervento sulla difficile sfida dell’innalzamento del potere d’acquisto dei giovani nel mercato immobiliare, suggerendo strategie quali l’ampliamento delle città metropolitane, la rigenerazione urbana e gli investimenti in Buy to Rent e Build to Rent per rendere più accessibili le abitazioni alle nuove generazioni.

A seguire un tavolo di discussione ha affrontato temi quali il recupero del patrimonio immobiliare pubblico, la rigenerazione urbana e l’identificazione di forme residenziali alternative come social housing e senior housing. Celani ha criticato le normative europee e ha sottolineato la necessità di una banca dati nazionale per consentire l’accesso solo a coloro che dispongono di immobili completamente a norma, garantendo anche una sorta di generatore di legalità del mercato. Maurizio Pezzetta,  (vice presidente Fimaa Italia e presidente Fimaa Roma) ha evidenziato la necessità di certezza del diritto in materia di immobili e puntato l’attenzione sui difetti legati al nostro sistema fiscale, mentre secondo Giovanni Bardanzellu (presidente Arpe) ha illustrato un interessante punto di vista sulle problematiche riguardanti il recupero del patrimonio immobiliare pubblico inutilizzato. Un altro tema critico è poi rappresentato dalla necessità di rigenerare urbanisticamente gli edifici senza aumentare il consumo di suolo. Si è discusso infine dell’importanza di identificare alternative residenziali, tra cui social housing, senior housing e cohousing, e di fornire un adeguato sostegno al mercato della locazione privata.

E se il futuro fosse senza casa? Si è aperto con con questa domanda l’intervento di Vittorio Civinini di Next Performance. Le professioni del futuro, il nomadismo digitale, lo smart working e l’evoluzione delle esigenze abitative stanno ridefinendo il mercato. I giovani si orientano sempre di più verso professioni full digital, determinando una trasformazione radicale nel concetto di casa. L’agente immobiliare del futuro sarà chiamato a rispondere alle molteplici e diverse esigenze di questa nuova generazione.

Luca Gramaccioni, Direttore Coldwell banker university, ha sottolineato l’importanza, ancora centrale, del rapporto col cliente per gli agenti, e a seguire Luca Licciardello, direttore generale di Professionecasa, che ha sottolineato come la casa resti un indicatore della salute economica e sociale del Paese, sebbene il contesto, soprattutto per le nuove generazioni sempre meno legate ai luoghi d’origine, stia cambiando; cosa che impone ai professionisti della casa di aggiornarsi e ampliare il proprio orizzonte per cogliere le nuove esigenze della domanda. “C’è “fame” di casa, sempre – ha detto Licciardello – Ma conforme a nuovi parametri quali flessibilità, sostenibilità energetica, disponibilità di servizi h24 e innovazione tecnologica che sino a ieri erano meno prioritari rispetto al sempreverde “splendido immobile in zona centrica”.

Maria Laura Tresoldi, direttore generale Relab Italia, ha illustrato i risultati di un’indagine sulle sfide dei giovani che si approcciano al mercato immobiliare, con il 40% che ritiene di non potersi permettere una casa a causa dell’instabilità economica, e ribadendo la necessità di mettere l’essere umano al centro di ogni processo, anche di quello dell’acquisto di una casa.

La casa rappresenta ancora una forma di risparmio? Risponde affermativamente Carlo Giordano, board member di immobiliare.it, che ha presentato il rapporto “La Casa che vorrei”, evidenziando il ruolo fondamentale della casa come principale fonte di risparmio per le famiglie italiane, con un patrimonio immobiliare di quasi 10.000 miliardi, di cui il 50% investito in immobili residenziali. “L’acquisto della casa assume così una dimensione di previdenza integrativa”, ha specificato Giordano. Il tempo trascorso nelle nostre abitazioni ha registrato un aumento significativo del 68% rispetto al periodo pre-pandemico, con nuove attività che ora trovano spazio in questo contesto. Nonostante le sfide, possedere una casa contribuisce a far sentire l’83% delle persone più sicure e stabili. Per il 69%, la casa rappresenta un investimento sempre sicuro, e la metà dei proprietari esprime l’intenzione di tramandare la propria abitazione come patrimonio ereditario ai propri figli.

Come percepiscono gli stranieri l’acquisto di una casa in Italia? Questa la domanda che si è posto Denis Andrian, direttore generale di eXp Italy,  che durante il suo intervento ha affrontato la percezione del mercato immobiliare italiano da parte degli acquirenti stranieri. Un rapporto di Forbes-InterNations ha classificato le 20 migliori città del mondo in cui vivere, collocando Roma e Milano solo al 48° e 49° posto, e analizzando le nuove dinamiche legate al Capitalismo Nomade e alla migrazione che pongono fattori quali sicurezza, costi della vita contenuti, regimi fiscali favorevoli e alta qualità della vita come come decisivi per coloro che possiedono un grosso patrimonio e decidono di migrare. “Secondo lo stesso rapporto, che considera individui con un patrimonio investibile di 1 milione di dollari o più, le prime cinque destinazioni sono Australia, Emirati Arabi Uniti, Singapore, Stati Uniti e Svizzera. Inoltre, c’è un rinnovato interesse per i programmi di residenza per investimento in Asia, Europa e nei mercati in più rapida crescita”, ha concluso Andrian.

A chiudere i lavori l’intervento di Daniele Scatassi, presidente di Building production, che ha richiamato l’attenzione sulla massima sfida per gli agenti immobiliari di oggi – la rivoluzione digitale -, con un vasto potenziale rappresentato da 5 miliardi di utenti e investimenti pari a 720 miliardi in pubblicità. “Questo scenario implica un necessario cambio di mentalità, ma offre simultaneamente un’enorme opportunità per gli operatori del settore”, ha specificato Scatassi.

In conclusione, il panorama del mercato immobiliare italiano richiede una visione integrata e strategie innovative per affrontare le sfide attuali e future. L’attenzione deve essere rivolta alla rigenerazione urbana, al recupero del patrimonio immobiliare pubblico e a politiche abitative che favoriscano l’accesso equo alla casa, garantendo al contempo stabilità e crescita nel settore.

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