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London Calling, creare consapevolezza digitale a fronte di Big Data e assistenti virtuali 

London Calling, creare consapevolezza digitale a fronte di Big Data e assistenti virtuali

Parte con questo articolo London Calling, una rubrica scritta per Re2bit da Angelica Kristel Donati, imprenditrice e manager nel settore real estate e delle costruzioni, esperta sui temi del proptech e dell’impatto della trasformazione digitale sul business immobiliare.

La digitalizzazione della nostra vita quotidiana è un processo che si muove sempre più velocemente, inarrestabile e costante. Tutti i giorni miliardi di persone utilizzano i propri dispositivi: tra smartphone, tablet, computer e tutte le novità tecnologiche degli ultimi anni è ormai molto difficile essere completamente offline.

Ogni volta che usiamo Internet o ci colleghiamo su qualche piattaforma online i nostri dati vengono raccolti da alcuni strumenti informatici – come i cookies – che hanno lo scopo di estrapolare informazioni utili per il mercato. Questi Big Data, ovvero grandi quantità di dati, dopo essere stati analizzati, grazie a complicati algoritmi, consentono di ottenere informazioni aggiuntive e più precise. E’ facile immaginare quanto siano preziosi per le aziende.

Anche il settore del real estate, e soprattutto il proptech – la parte più innovativa che unisce il mondo immobiliare a quello tecnologico – hanno iniziato a utilizzare queste grandi quantità di dati per offrire servizi più efficienti e per aumentare la competitività delle imprese.

Ad esempio, ora è possibile ottenere una valutazione di mercato per un immobile in un tempo decisamente minore rispetto alle valutazioni effettuate da persone in carne ed ossa. Vengono prese in considerazione tutte le informazioni utili: indirizzo, reddito degli abitanti di quell’area, presenza di servizi, di negozi, collegamenti con i mezzi di trasporto. Infatti, analizzando ed incrociando l’enorme quantità di dati degli edifici o proprietà simili disponibili, si può ottenere una forchetta di valori di vendita in linea con la zona, aumentando così le probabilità di vendita!

Ma se da un lato l’utilizzo dei Big Data ha aumentato il livello di innovazione nel mattone, dall’altro, trattandosi di condivisione di informazioni personali, è emersa – e non solamente tra gli esperti – una preoccupazione circa la privacy dei dati.

Se guardiamo agli assistenti virtuali come Alexa, sistema di Amazon per la gestione della casa intelligente, sono subito chiari i rischi che l’utilizzo di questo genere di dispositivi può portare. Essi, infatti, acquisiscono e salvano in maniera digitale tutti i dati: il timore che siano oggetto di un attacco da parte di hacker per rubare informazioni sensibili è solo uno dei tanti.

La stessa cosa vale per le smart home che hanno digitalizzato molte funzioni come l’irrigazione o il quadro elettrico, che potrebbero essere manomessi a distanza.

Con lo svilupparsi di questo genere di soluzioni intelligenti è emersa però anche la necessità di consapevolizzare, sia i proprietari che gli operatori immobiliari, di come vengono utilizzati i loro dati e dei punti deboli che i sistemi tecnologici integrati presentano. Inoltre, da parte del real estate, c’è anche il bisogno di sviluppare delle chiare politiche di sicurezza informatica e di backup, ossia dello stoccaggio delle informazioni, investendo nella revisione e nella conformità.

Un suggerimento che ritengo valido è di trovare dei partner solidi, esperti del settore informatico, e affidarsi a loro per rendere i servizi offerti ancora più validi, anche dal punto di vista tech. In questo modo la vostra casa non solo sarà più smart, ma anche più sicura.

di Angelica K. Donati, ceo Donati Immobiliare Group e membro del board di Ance giovani in qualità di coordinatore per l’internazionalizzazione

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