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Short Rent e Property management

Volano gli affitti residenziali in Europa, +19,3%, Milano +37% 

Volano gli affitti residenziali in Europa, +19,3%, Milano +37%

Il secondo trimestre del 2022 registra un ulteriore rincaro degli affitti in Europa, con un aumento medio dei canoni annui del +19,3% per tutti i tipi di proprietà rispetto al Q2 2021. A Milano per un monolocale serve la cifra record di 1,150 euro, +36% rispetto al 2021, in uno scenario italiano ed europeo dove la carenza di alloggi dovuta in parte alla mobilità internazionale è la causa principale dei rincari.

Queste le principali evidenze dello studio di  HousingAnywhere, piattaforma internazionale di alloggi per studenti e giovani professionisti, che presenta i risultati del suo International Rent index relativo al secondo trimestre del 2022.

Il report mostra come i prezzi degli affitti residenziali sul mercato europeo siano complessivamente cresciuti di un impressionante +19,3% nell’ultimo anno (in particolare, è stato registrato un +20,8%, per i bilocali, un +22,9% per i monolocali ed un +14,2% per le stanze private).

Questo drastico aumento medio dei prezzi è dovuto all’impennata della domanda, che ha già superato i picchi di stagione degli anni scorsi che si verificano di solito nel terzo trimestre.

Capitali di primaria importanza come Amsterdam, Lisbona, Parigi e Milano, registrano già prezzi di affitto da record che continueranno a salire. Inoltre, città come Roma, Monaco di Baviera, Reykjavik, Berlino e Amburgo, che hanno mostrato una crescita importante dei canoni d’affitto già in questo trimestre, saranno le prossime a raggiungere i prezzi delle maggiori città europee.

L’Italia supera la medita internazionale. Milano +37%

Il trend di crescita si conferma valido anche per l’Italia, che supera abbondantemente la media internazionale. Milano rientra nella classifica come città più costosa d’Italia, registrando addirittura rialzi superiori al +37% rispetto al secondo trimestre 2021: per un bilocale si tocca la soglia record di 1,830 euro rispetto ai 1,340 dell’anno scorso (+36%), per un monolocale servono ben 1,150 euro al mese rispetto agli 850 euro del 2021 (+36%) e per una stanza privata si arriva persino ai 620 euro rispetto ai 440 euro del 2021 (+41%).

Non va molto meglio nel resto della penisola: a Roma i prezzi dei bilocali lievitano del +33%, passando dai 1,340 euro del 2021 ai 1,800 euro del 2022, per le stanze private si spendono invece 500 euro, sensibilmente più dell’anno scorso, mentre i monolocali nella capitale toccano la cifra tonda di 760 euro.

C’è poi Firenze, dove il costo dei bilocali schizza da 1,000 euro a 1,400 euro in un anno (+40%) e quello dei monolocali da 630 euro a 845 euro (+34%). Il costo delle stanze private si alza invece leggermente a 500 euro (+11%). Chiude la classifica italiana Torino, che rileva le oscillazioni di prezzo più modeste rispetto al 2021: 815 euro per un bilocale rispetto agli 800 euro del 2021 (+1,8%), 450 euro invece che 420 euro per una stanza privata (+7%) e 550 euro invariati per un monolocale invertono la vertiginosa tendenza italiana.

In questo delicato momento storico, stiamo assistendo ad un aumento della domanda dovuto alla ripresa della mobilità per lavoro, studio o semplicemente per migliorare la qualità della vita. Questo si traduce in carenza di alloggi disponibili, con conseguente pressione al rialzo dei canoni d’affitto delle soluzioni abitative disponibili sul mercato”, afferma Djordy Seelmann, ceo di HousingAnywhere. “Inoltre, a giugno l’inflazione è salita all’8%, un livello che non si registrava dal 1986. A maggio era del 6,8%. Ciò significa una ulteriore stangata per gli inquilini”.

La situazione nel resto d’Europa

Secondo HousingAnywhere, la ripresa del turismo è sicuramente tra i motivi di questo incremento nel mercato degli affitti, oltre al fatto che nel secondo trimestre del 2021 i prezzi erano ancora affetti dall’effetto della pandemia.

Dall’abolizione delle restrizioni di viaggio in poi, si è assistito a un cospicuo aumento della domanda di affitti a breve termine.

Con i mercati immobiliari in Europa già in tensione, questo fattore ha ulteriormente amplificato il problema. In molte città, infatti, si verifica un importante squilibrio tra domanda e offerta, ed è quasi impossibile trovare affitti accessibili e a buon mercato.

Inoltre, a causa dell’elevata domanda e del potenziale rendimento più elevato degli affitti a breve termine, i proprietari di immobili sono poco incentivati a offrire i loro spazi per soggiorni a medio e lungo termine. Se la prospettiva a lungo termine vede un maggior numero di affitti di quest’ultimo tipo convertirsi in affitti a breve termine, le persone si trovano ad affrontare una forte concorrenza per trovare lo spazio in cui vivere.

“Dopo la pausa forzata imposta dalla pandemia, il turismo è tornato con grandi numeri. Da Parigi a Barcellona, da Lisbona a Venezia, sono sempre di più le città europee che varano regole per limitare il fenomeno degli affitti turistici brevi. La conversione di molte abitazioni in attività ricettive a breve termine ha avuto un impatto dirompente sulle città, modificando il tessuto economico e sociale dei centri urbani.”, conclude Seelmann. “È necessario che le amministrazioni lavorino per regolamentare il sistema dell’offerta turistica e delle locazioni residenziali, al fine di trovare un giusto equilibrio. Prevediamo un ulteriore aumento della domanda nel terzo trimestre e, il già malfunzionante ecosistema degli affitti, si troverà ad affrontare una crisi abitativa ancora più intensa se non si prenderanno decisioni in merito”.

A questo link maggiori informazioni sul Rent index.

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