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Digitalizzazione immobiliare: previsto un +32% nel 2021 

Digitalizzazione immobiliare: previsto un +32% nel 2021

Si chiama digital perception e più che percezione, si tratta dell’intuizione che le aziende hanno avuto nell’investire nei processi di digitalizzazione per sviluppare il proprio business.

Processi che nel 2020 hanno visto il 35% delle imprese immobiliari investire in digitalizzazione più del 10% del proprio budget nel 2020, con una crescita al 32% prevista nel 2021. 

I dati sono frutto dell’indagine condotta sui propri clienti italiani da Qonto – servizio finanziario 100% digitale che si rivolge esclusivamente a imprese e professionisti – che traccia un quadro attuale del tasso di digitalizzazione tra le pmi italiane e che rivela più di una peculiarità.

Immobiliare già attivo nella digitalizzazione, ma c’è ancora resistenza

Il settore immobiliare è quello più votato alla comunicazione interna ed esterna: l’adozione di servizi di videoconferenza e di messaggistica e chat superano gli altri settori

Per il 2021, il 62% delle imprese intervistate prevede un maggior sviluppo digitale, ma c’è chi fa resistenza e pensa che la mancata digitalizzazione della propria attività non avrà alcun impatto sul proprio business

Il 43% delle imprese immobiliari che prevedono un investimento in servizi digitali inferiore al 5% nel 2021 dichiara, in ogni caso, di non avere le competenze per avviare un percorso di digitalizzazione

Lo spaccato dell’indagine relativo alle pmi che appartengono al mondo dell’immobiliare – delle quali il 91% risultano essere microimprese con un massimo di quattro dipendenti – evidenzia alcuni aspetti degni di approfondimento.

Accelerazione digitale per il 49% delle imprese immobiliari

Le imprese del settore immobiliare sono tra quelle che più di tutte hanno dichiarato di aver vissuto un’accelerazione negli ultimi 12 mesi: ben il 49% del campione, una percentuale superata solo dalle imprese del comparto dei servizi professionali. E infatti, il 35% delle imprese immobiliari intervistate ha affermato di aver investito nell’adozione e implementazione di nuovi strumenti digitali più del 10% del proprio budget. Un dato di poco inferiore a quello riferito al totale del campione intervistato (40%).

Questo dato si riflette nell’analisi del digital status di queste imprese, che nel 43% dei casi si promuovono come ‘molto digitalizzate’, anche rispetto al loro stesso settore, giudicato dal 70% del campione ancora ‘poco’ o ‘mediamente’ digitalizzato.

Andando più a fondo nell’analisi, si evince che sono soprattutto le imprese immobiliari che contano tra i 5 e i 10 anni di attività ad aver spinto sull’acceleratore della digitalizzazione negli ultimi 12 mesi: tra queste, infatti, l’83% ha adottato nuovi strumenti digitali, quasi il doppio rispetto alle imprese con meno di 5 anni di attività (46%).

Se si guarda invece agli strumenti digitali maggiormente introdotti nel settore immobiliare nel 2020 si nota che al primo posto vi sono i servizi finanziari, indicati dal 58% del campione, i software di contabilità (26%), i software gestionali (21%).

Da segnalare che il settore immobiliare sembra essere quello più votato alla comunicazione interna ed esterna, con il 53% del campione che lo scorso anno ha introdotto servizi di videoconferenza (contro il 18% del totale delle imprese italiane intervistate), programmi per attività di marketing e pubblicità (32%, in linea con il 37% del campione italiano complessivo), di messaggistica e chat (26%, contro il 20% del totale delle aziende italiane intervistate).

Se si considera invece l’approccio che queste imprese hanno avuto nell’ultimo anno rispetto alla loro gestione finanziaria, si scopre che: il 43% ha fatto più pagamenti online, il 31% ha aperto un conto business online – come Qonto – per far fronte alle necessità dettate dalla pandemia, il 26% ha utilizzato maggiormente la carta rispetto al contante. 

Chi conferma gli investimenti e chi resiste alla digitalizzazione

La spinta alla digitalizzazione nel settore immobiliare sembra ben avviata: per il 2021, il 62% delle imprese intervistate prevede un maggior sviluppo digitale. E la decisione di puntare su investimenti in digitalizzazione riguarda sia le imprese che hanno ammesso che il loro livello di digitalizzazione è medio basso – probabilmente, da parte loro, si tratta di una presa di coscienza– sia le imprese che hanno già fatto importanti investimenti nell’anno passato, segno probabilmente che ne hanno colto i vantaggi. Il 32% del campione prevede di investire più del 10% del proprio budget in digitalizzazione per l’anno in corso.

Tra le imprese intervistate, solo il 2% esclude investimenti in digitalizzazione per il 2021, ma a differenza di altri settori coperti dall’indagine, quello immobiliare giustifica questa decisione principalmente con il fatto di non avere al proprio interno le competenze necessarie per affrontare un percorso di digitalizzazione (dichiarato dal 43% delle imprese immobiliari che non prevedono investimenti o che investiranno meno del 5% in digitalizzazione nel 2021). Un problema che sembra essere di più semplice risoluzione rispetto a quello di non avere risorse economiche sufficienti, che è la risposta data dal 14% del medesimo campione, e legato forse alla loro tipologia, ovvero microimprese che contano al massimo quattro dipendenti.

Tuttavia, va anche rilevato che nel settore immobiliare è presente uno “zoccolo duro” (14% delle imprese con un investimento in digitalizzazione minore del 5% del budget nel 2021) che dichiara di non essere interessato a rendere più digitale la propria attività, il dato più alto tra i settori oggetto dell’indagine di Qonto.

Una resistenza al cambiamento che è evidente anche in un altro dato: il 36% delle imprese immobiliari dichiara che la mancata digitalizzazione della propria attività non avrà alcun impatto sul proprio business (è invece il 19% la percentuale nel campione totale di imprese intervistate da Qonto).

Non mancano certo coloro che sono consapevoli che una scelta di questo tipo può portare all’inefficienza dei processi interni (21%, in linea con il campione totale) e a maggiori costi operativi (19%); ma, rispetto a quanto indicato dal campione totale degli intervistati, nel settore immobiliare sono molte meno le imprese che percepiscono un rischio di perdita di competitività (19%, contro il 38% nel campione totale) e di ricavi (12% contro il 25% nel campione totale).

“Dalla nostra indagine emerge che, nel 2021, le imprese immobiliari prevedono una accelerazione del loro percorso di trasformazione digitale; non possiamo che esserne felici, promuovendo da sempre i vantaggi che derivano dall’adozione di strumenti digitali” commenta Mariano Spalletti, country manager di Qonto Italia. “Allo stesso tempo, non possiamo non considerare anche alcune resistenze e difficoltà emerse: vogliamo metterci a disposizione di quelle imprese che hanno manifestato l’esigenza di essere guidate in questo percorso, non avendo magari le competenze interne per farlo, e provare ad avvicinare i più scettici per illustrare i molti vantaggi che possono derivare da una scelta di digitalizzazione, non solo in termini di competitività sul mercato, ma anche, ad esempio, di semplificazione e risparmio di tempo, in particolare nella gestione dei pagamenti quotidiani”.

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