La tecnologia e la digitalizzazione hanno trasformato anche il settore delle costruzioni e dell’impiantistica. E i risultati iniziano a vedersi. Alcuni esempi? Secondo l’analisi effettuata da Senaf in occasione di Digita&Bim Italia 2019, l’appuntamento dedicato esclusivamente alla digitalizzazione e all’innovazione per l’ambiente costruito (BolognaFiere, 21 e 22 novembre), il 40% degli imprenditori che si occupano di produzione e distribuzione di prodotti per l’edilizia ha avviato in questi anni (molto o abbastanza) un processo di trasformazione digitale, mentre solo il 22% è ancorato ai vecchi standard. Ad oggi le aziende hanno introdotto principalmente soluzioni per la sicurezza informatica (76%) e la connettività (65%), ma entro il 2020 si punterà sull’intelligenza artificiale e la realtà aumentata, al momento ancora poco impiegate.
Ma se l’innovazione ha trasformato il modo di produrre, neppure la parte progettuale è rimasta immune, anzi. Progettare un edificio utilizzando oggetti virtuali 3D che contengano non solo il disegno e la parte grafica, come avviene con la progettazione Cad, ma anche tutti gli aspetti tecnici, le funzionalità e le prestazioni di un oggetto, permettendo di sapere in anticipo se un progetto è sostenibile o meno. E’ in sintesi quanto offre il Bim (Building Information Modeling), una piattaforma tridimensionale che coinvolge tutte le figure del comparto: dai produttori di impianti e di materiali che dovranno mettere a disposizione gli oggetti disegnati per l’ambiente BIM, agli utilizzatori, come i progettisti, gli studi di architettura e di ingegneria, sino ai fornitori di software.
In Italia siamo pronti a questa innovazione? Secondo il Bim Report 2019 realizzato dall’associazione Assobim, le imprese e i professionisti hanno un buon livello di conoscenza di questa metodologia (meno del 10% dichiara di non conoscerla) e oltre la metà del campione intervistato ha già adottato il Bim nei propri progetti estesamente o parzialmente. Nonostante il tema sia diventato sempre più centrale, c’è ancora un terzo che non la utilizza affatto, anche se entro i prossimi tre anni questo gap sarà colmato in quanto un ulteriore terzo ha in previsione di adottarla.
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