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PlanRadar: per l’80% dei professionisti la trasformazione tecnologica è difficile nell’edilizia e nell’immobiliare 

PlanRadar: per l’80% dei professionisti la trasformazione tecnologica è difficile nell’edilizia e nell’immobiliare

Il 77% dei professionisti del settore edile e immobiliare ritiene che l’introduzione di nuove tecnologie nei propri team o nella propria azienda sia difficile o molto difficile. In Italia la percentuale di professionisti che ritiene tali investimenti difficili o molto difficili si attesta al 79%, poco al di sopra della media globale, e solo il 21% ritiene che siano di facile o molto facile implementazione. Più ottimisti sono invece Germania (27%), Regno Unito (27%), Repubblica Ceca (28%) e Austria (36%), dove gli intervistati considerano il processo facile o molto facile.

Questa la prima evidenza che arriva dal report di PlanRadar, piattaforma digitale per la gestione della documentazione, delle attività e della comunicazione nei progetti edilizi e immobiliari, “La digitalizzazione nel settore edile e immobiliare” che analizza il livello di digitalizzazione delle aziende del comparto e le prospettive di aumento degli investimenti in nuove tecnologie, analizzando le risposte di più di 1.300 professionisti di 15 paesi differenti.

Percezione di un basso ritorno degli investimenti

Sebbene gli ostacoli percepiti all’introduzione di nuove tecnologie siano diversi, i fattori più rilevanti emersi dal campione italiano sono tre. In primo luogo, il 22% degli intervistati ritiene che l’impedimento principale sia la percezione di un basso ritorno sugli investimenti.

Il dato è in linea con quanto rilevato in Spagna (20%), Francia (28%) e Austria e Germania (24%), che ritengono sia l’ostacolo maggiore, e con altri cinque Paesi su 15 che lo indicano come il primo o il secondo. Nonostante ciò, il report evidenzia la consapevolezza dei grandi vantaggi derivati dall’adozione di questi strumenti digitali, come nel caso dei software di project management, la cui introduzione, secondo il 95% degli intervistati, ha portato a una riduzione dei costi complessivi dei progetti (il 35% la stimano tra il 10% e il 30%, mentre il 33% tra il 5% e il 10%).

Il secondo maggiore ostacolo messo in evidenza dall’analisi di PlanRadar è la visione troppo tradizionalista dei diversi partecipanti a un progetto di costruzione che, secondo il 20% dei professionisti intervistati in Italia, rallenta l’introduzione e gli investimenti in nuove tecnologie. Questa idea è condivisa dalla maggioranza dei 15 paesi analizzati (Brasile, Repubblica Ceca, Polonia, Romania, Serbia, Slovacchia, Spagna e Regno Unito) e rappresenta una delle maggiori difficoltà nel percorso di digitalizzazione delle aziende.

Infine, per il 19% degli intervistati il terzo fattore che rende gli investimenti tecnologici molto difficili in Italia è rappresentato dagli elevati costi di implementazione delle nuove tecnologie. Questo è considerato l’ostacolo principale da tre Paesi: Regno Unito (26%), Ungheria (22%) e Australia (21%).

È però necessario distinguere tra le diverse opzioni di digitalizzazione presenti sul mercato, poiché non tutte comportano lo stesso livello di difficoltà, investimento e rischio. Ogni progresso tecnologico, infatti, porta maggiore efficienza alle aziende e, di conseguenza, maggiore redditività, ma non tutte le imprese sono pronte a compiere un salto verso tecnologie come la stampa 3D, la realtà virtuale, la robotica o l’intelligenza artificiale.

Aspettative di crescita degli investimenti in digitalizzazione per il 39% dei professionisti

Nonostante le difficoltà nell’introdurre nuove tecnologie nelle aziende, il 39% dei professionisti in Italia ha aspettative di crescita degli investimenti nella digitalizzazione che si attestano tra l’11% e il 30%. Il nostro Paese è dunque allineato con la Germania (34%) e ha aspettative maggiori rispetto a quelle di altri mercati vicini come Austria, Francia e Spagna che prevedono invece una crescita di investimenti più contenuta, tra il 5% e il 10%.

Se consideriamo la media complessiva di tutti gli intervistati, il 52% di essi prevede che le proprie aziende investiranno in futuro almeno l’11% in più nella digitalizzazione rispetto agli anni precedenti, dato che sale a un più ottimistico 31% per circa un quarto dei professionisti.

Bim principale area di investimento tecnologico

Secondo la ricerca di PlanRadar, in Italia la principale area di investimento tecnologico è rappresentata dalla metodologia Bim (Building information modelling): il 75% dei professionisti italiani, infatti, prospetta un aumento significativo della spesa per gli investimenti in questa tecnologia, un dato in linea con Francia (77%) e Spagna (75%) e superiore alla media globale del 66%.

Seguono a breve distanza gli investimenti nell’area dei programmi e dei software che facilitano la gestione dei progetti di costruzione e degli immobili. Nel nostro Paese, infatti, la percentuale di investimenti attesi si è attestata al 73%, un dato tutto sommato positivo considerato che si discosta di solo 4 punti dalla media globale (77%).

Inoltre gli investimenti in soluzioni digitali a sostegno degli impegni ambientali, della regolamentazione dell’efficienza energetica e delle energie rinnovabili sono aumentati significativamente negli ultimi anni, al passo con il crescente interesse del settore per le questioni ambientali e con le sempre più rigide direttive europee. A livello globale, il 68% delle aziende prevede di aumentare la spesa in quest’area tecnologica, un dato di poco superiore a quello nazionale, che si attesta al 65% ed è in linea con Croazia e Slovacchia (64%) ma indietro rispetto a Germania (80%), Austria (75%), Francia e Spagna (74%).

Infine, per quanto riguarda i progressi dell’intelligenza artificiale, della realtà virtuale e della robotica, sebbene siano ancora distanti dalla vita quotidiana della maggior parte degli operatori del settore rispetto ad altre innovazioni, in Italia circa il 40% dei professionisti stima già una crescita degli investimenti durante i prossimi tre anni. Altri sviluppi tecnologici, come la robotica, sembrano invece essere al di fuori delle priorità di investimento nei prossimi tre anni per la maggior parte delle aziende italiane del settore, ma alcune (circa il 29%) prevedono di aumentare gli investimenti in questo ambito nel periodo considerato.

La digitalizzazione del settore delle costruzioni in anni recenti

Il settore immobiliare e dell’edilizia sembra essere impegnato a incrementare gli investimenti in tecnologia, come sottolineato dalla quasi totalità (97%) degli oltre 1.300 professionisti intervistati che ha dichiarato di voler aumentare gli investimenti in digitalizzazione nei prossimi tre anni.

Tuttavia, nonostante gli esperti insistano sulla necessità di digitalizzare il settore per essere più efficienti, ci sono ancora molte aziende che dichiarano di non aver investito negli ultimi tre anni in tecnologie come la robotica (82%), la stampa 3D (80%), l’intelligenza artificiale (74%), la realtà virtuale (72%) o il Bim (41%).

In linea con questi dati, oltre il 65% dei professionisti ritiene che negli ultimi anni non ci sia stato un aumento del numero di profili digitali nelle loro aziende. La maggior parte degli intervistati che ha notato un aumento del numero di questi profili lo stima inferiore al 5%.

Le aree in cui si sono invece registrati i maggiori investimenti negli ultimi tre anni sono soprattutto le soluzioni digitali per l’efficienza energetica e le energie rinnovabili (il 26% degli intervistati riferisce di aver investito molto) e i software di project management (19%).

In conclusione, secondo l’analisi le aziende del settore delle costruzioni hanno iniziato ad aumentare gli investimenti in soluzioni tecnologiche e saranno quelle che inizieranno a vedere i migliori risultati in termini di efficienza e performance dei loro progetti, sebbene il comparto operi ancora principalmente in maniera tradizionale. Tuttavia superare questo approccio e passare al digitale può contribuire a invertire la rotta di tutta la filiera.

Per scaricare la survey in versione integrale.

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