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Crowdfunding e Fintech

Approvato il nuovo regolamento europeo su equity e lending crowdfunding 

Approvato il nuovo regolamento europeo su equity e lending crowdfunding
Foto di Udo Pohlmann da Pixabay

Il Parlamento europeo ha dato l’ok al nuovo Regolamento europeo sulle piattaforme fintech di equity e o di lendign crowdfunding. Ora si attende la pubblicazione della norma in Gazzetta ufficiale europea. Il nuovo regolamento entrerà quindi in vigore a un anno dalla pubblicazione.

Non si tratta di tempi strettissimi, quindi, ma comunque la norma disegna una cornice europeo a un quadro, quello dell’utilizzo di modalità alternative di finanziamento da parte delle imprese, che è destinato a crescere in misura importante nel prossimo futuro. La normativa approvata a Strasburgo, in particolare, punta a dare la possibilità per le piattaforme di equity e lending crowdfunding dedicate alle imprese di ottenere un passaporto europeo, in modo da poter sollecitare il pubblico risparmio e finanziare imprese in tutti i Paesi membri Ue, al di sopra dei regolamenti locali.

Le nuove regole per il crowdfunding

Tra le nuove regole, emerge il tetto massimo di raccolta per campagna pari a 5 milioni di euro, calcolati su un periodo di 12 mesi per ciascun emittente, innalzato rispetto alla proposta iniziale che poneva tale limite a 1 milione.

La nuova normativa europea prevede inoltre che agli investitori sia fornito un key investment information sheet (Kiis) stilato dall’emittente per ciascuna campagna di raccolta oppure dalla piattaforma. All’interno del documento, le piattaforme dovranno fornire ai clienti una chiara informativa circa i rischi finanziari e i costi che potranno sopportare, inclusi i rischi di insolvenza e i criteri di selezione dei progetti. In prima battuta, sembrerebbe avvicinarsi molto al prospetto informativo già incluso nel regolamento italiano.

Le nuove piattaforme di equity crowdfunding dovranno inoltre essere autorizzate dalle autorità nazionali competenti dello stato membro in cui la piattaforma è residente. Attraverso un processo di notifica in uno stato membro, una piattaforma sarà autorizzata a erogare i suoi servizi anche oltre confine. La vigilanza sarà condotta dalle autorità nazionali antitrust, con la European securities and markets authority (Esma) che fungerà da facilitatore e coordinatore della collaborazione tra stati membri.

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