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Cherry celebra il lavoro su 215mila immobili legati al credit secured 

Cherry celebra il lavoro su 215mila immobili legati al credit secured

 La startup fintech Cherry srl spegne la sua seconda candelina e celebra l’analisi di oltre 320mila posizioni e il lavoro effettuato su 215mila immobili legati a crediti secured.  Cherry ha raggiunto un capitale sociale di un milione di euro, che ha permesso alla start up di ampliare il proprio team, aggiungendo al nucleo iniziale di quattro ingegneri due nuovi professionisti tech e due operatori finanziari senior per lo sviluppo commerciale del prodotto.

Monitoraggio su tutte le fasi di vita del credito

“Dopo due anni di sperimentazioni il prodotto ha raggiunto una sua maturità ed è in grado di affrontare un mercato che nel frattempo si è ampliato – commenta Luca Bonacina, co-founder e head of technology di Cherry srl – Nata per operare prettamente nel credito deteriorato, oggi Cherry Bit è in grado di monitorare tutte le fasi di vita del credito, dagli npl, agli utp, ai crediti in bonis. Inoltre, essendo la piattaforma strutturata con un’architettura a microservizi, abbiamo potuto aggiornare i nostri sistemi andando a creare sottoinsiemi di servizi eseguibili in maniera indipendente. Uno di questi, su cui ormai deteniamo lo standard di mercato, è l’analisi ipotecaria: è tra i servizi più richiesti e consente, tra le altre cose, di validare 50 ipoteche in un minuto”.

“Siamo partiti dalla constatazione che per una efficiente gestione dei crediti deteriorati la disponibilità di dati, in termini di quantità e di qualità, fa la differenza – spiega Bonacina. – Da lì abbiamo proceduto con una metodologia agile, sperimentando e testando di volta in volta soluzioni a problemi che, sulla base di un costante confronto con partner fidati, ci venivano presentati come limiti dell’operatività umana nella raccolta di dati. Da questo processo creativo è nata Cherry Bit, piattaforma web che riesce, in modalità completamente automatizzata, ad analizzare un portafoglio di Npl, con l’obiettivo di stimare il tempo ed il valore di recupero delle posizioni di credito. La piattaforma si basa su funzioni avanzate di raccolta e qualifica di punti dato, usa quindi algoritmi per la loro riconciliazione e tecniche di machine learning per la stima del recupero. Una “piccola” rivoluzione per gli addetti ai lavori, abituati a raccogliere tali informazioni spesso manualmente e a processare una due diligence in settimane di lavoro”.

In questi anni Cherru ha dato vita a anche a un blog, in cui il team della startup condivide riflessioni sui temi dell’evoluzione tecnologica e del credito, e a un osservatorio, Cherry Sea, in cui attraverso la disponibilità di dati di Cherry Bit vengono misurati tempi e performance dei tribunali fallimentari italiani.

A livello di business, infine, l’azienda ora è pronta a compiere un ulteriore step di crescita, affacciandosi a un nuovo mercato.

“Abbiamo reso richiedibile on demand dai nostri clienti  un servizio di analisi immobiliare sulle posizioni debitorie – conclude il co-founder di Cherry – Inoltre, non ci limitiamo ad ottenere le informazioni aggiornate sugli immobili, ma applichiamo algoritmi proprietari di clusterizzazione e valorizzazione degli stessi per fornire informazioni aggiuntive come la valorizzazione, la localizzazione esatta su Google maps e mappe catastali l’eventuale coinvolgimento dell’immobile in una procedure legali e lo stato attuale di gravami ipotecari. Uno strumento che siamo pronti a sviluppare per farne un sistema di scouting di opportunità immobiliari, da mettere a disposizione degli investitori per operazioni di investimento immobiliare”.

 

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